Lancio delle palline d'argilla sul Monte Margherita di Guspini. Domenica 19 febbraio 2017. A cura dell'Associazione L'uomo che pianta gli alberi

Ventimila palline, centomila semi

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Lanciare palline d’argilla coi semi, seminare ghiande in un monte ferito da un incendio. Affidarsi alla natura e agire per il futuro
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Al Monte Margherita di Guspini per lanciare palline d’argilla e seminare ghiande

Domenica 19 febbraio sono andato a Guspini con gli amici dell’Associazione L’uomo che pianta gli alberi. Due anni fa il Monte Margherita è stato devastato dal fuoco. Così, su richiesta di un gruppo di amici guspinesi, l’Associazione ha organizzato il lancio di palline di argilla e l’interramento delle ghiande.

Le palline d’argilla erano ventimila. Ognuna racchiudeva cinque semi tra mirto, corbezzolo, carrubo. Abbiamo disseminato per il Monte Margherita centomila semi. Avevamo anche duemila ghiande che sono state interrate tra i pini carbonizzati e i cespugli di lentisco sopravvissuti.

Eravamo almeno in centoventi, tutti animati dalla volontà di agire insieme per aiutare la natura a riprendersi il suo spazio. Consapevoli che piantare un albero oggi è un investimento tanto per il presente quanto per il futuro. Per noi e per chi verrà dopo di noi.

Arrivati abbiamo formato un cerchio, mano nella mano. Qualche minuto di silenzio e poi Gianni, il Presidente dell’Associazione L’uomo che pianta gli alberi ha spiegato cosa avremo fatto e in quali tempi. Non c’era bisogno di altre indicazioni: bastava lanciare le palline nelle zone devastate dal fuoco, e poi la natura avrebbe pensato a fare il suo corso.In realtà, la natura non ha aspettato a noi per riprendersi i propri spazi.

[thumbnail border=”1″ target=”_self” alt=”Lancio delle palline d’argilla a Guspini. Il cerchio di tutti i partecipanti” src=”http://permaculturasardegna.gnumerica.org/files/2017/03/cerchio_iniziale.jpg”]

Prevenire gli incendi

C’è stato un breve intervento di Giorgio Pelosio. Giorgio ha un’azienda a Sestu, Teletron, specializzata nella creazione di tecnologie per la prevenzione degli incendi. Giorgio ha sottolineato che gli incendi non si combattono con i Canadair ma con la prevenzione.

Il sistema preventivo che la sua azienda ha brevettato è usato in Grecia, Spagna, dalla regione Calabria.

La Sardegna l’ha dismesso dopo averlo utilizzato per quindici anni. Evidentemente dietro gli incendi ci sono interessi economici che impediscono di attuare una vera politica di prevenzione. Basta pensare che i Canadair sono di una multinazionale (canadese, appunto). Costano circa quattordicimila euro all’ora. La Sardegna spende ormai quasi ottantamila euro all’anno, per lo più per aerei e elicotteri.

[thumbnail border=”1″ target=”_self” alt=”Distribuzione delle palline d’argilla e delle ghiande. Monte Margherita. Guspini” src=”http://permaculturasardegna.gnumerica.org/files/2017/03/ritiro_palline_argilla.jpg”]

La neve sul Gennargentu e il pranzo condiviso

Dopo ognuno ha preso un vasetto con le palline e le ghiande, e ci siamo addentrati nel cuore del Monte. Lungo lo sterrato che risale verso la cima del Monte Margherita lo scenario era quello nero e desolato del dopo incendio: pini carbonizzati, lecci anneriti anche se hanno resistito, la garriga che pionerizza le aree bruciate.

Nel mezzo, ai margini dello sterrato, un grande perastro si preparava alla fioritura.

[thumbnail border=”1″ target=”_self” alt=”Ramo di pero selvatico in gemma. Lancio di palline d’argilla e delle ghiande. Monte Margherita. Guspini ” src=”http://permaculturasardegna.gnumerica.org/files/2017/03/perastro_gemme.jpg”]

 

In alcune zone lungo il pendio del monte, il Comune di Guspini aveva già piantumato diverse piantine di leccio. Fantastico!

Arrivati in quota ci si è presentato un paesaggio meraviglioso. All’orizzonte limpido svettava la catena del Gennargentu innevata. Ma le nostre palline d’argilla erano già finite, e così ci siamo avviati al punto di ritrovo per poi andare tutti insieme a pranzare.

Ritorneremo sul Monte Margherita l’anno prossimo per verificare se la semina è andata a buon fine. Ma vista l’esperienza dei precedenti lanci fatti dall’Associazione L’uomo che pianta gli alberi non dubito che troveremo delle piante giovani pronte a ridare energia al mondo.

 

 

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