La Foresta alimentare
In una stretta valle ricca d’acqua, oliveti e orti, Muriel vorrebbe creare una foresta alimentare e ha invitato i soci SAR.P.A. ad aiutarla nella progettazione e realizzazione.
Il Permattobiu sulla foresta alimentare può essere raccontato così: ci si è preparati per un’escursione impegnativa osservando il percorso sulla carta, l’altimetria, per poi incontrarsi all’inizio del sentiero e valutare che forse sarebbe stato meglio percorrerlo un altro momento.
Dopo aver ascoltato da Muriel la storia del terreno dal suo arrivo in poi, dopo averlo osservato dall’alto attraverso Google Earth e fatto un giro per verificare le specie presenti, abbiamo fatto una piccola analisi della struttura del suolo.
Nella parte in cui Muriel intende realizzare la foresta alimentare la cinquefoglia comune con i suoi fusti stoloniferi striscianti e la gramigna con i suoi rizomi formano un tappeto che rende complicata la crescita di qualsiasi specie si vada ad impiantare.

Cinquegoflia comune (Potentilla reptans)
Queste piante, la gramigna in particolare, segnalano la presenza di uno strato superficiale compatto. Grazie al lavoro delle loro radici e dei fusti sotterranei esse aiutano a migliorare il suolo. Gli aggregati, in particolare quelli della porzione più superficiale del suolo, a un’analisi visiva e tattile, hanno mostrato una porosità ridotta e una conseguente elevata durezza.
Abbiamo osservato anche che alcuni alberi messi a dimora negli anni precedenti stentano a crescere.

Analisi tattile del suolo
Proposte di miglioramento del suolo
Alla luce dell’analisi del suolo, prima di impiantare qualsiasi specie abbiamo proposto di migliorare la struttura del suolo stesso. Per fare questo sono state indicate due soluzioni.
In questo modo gli alberi si troveranno una sorta di spugna costituita dalle radici in decomposizione con dei corridoi preferenziali per la crescita del loro apparato radicale. Inoltre il vetiver fornirebbe una biomassa facile da maneggiare e impiegare nel sistema
Flusso dei venti: lo scirocco
Muriel ha inoltre espresso la necessità di tutelare il sistema dallo scirocco, il quale, incanalandosi nella valle, giunge con elevata intensità nel suo terreno.
In realtà esiste già una siepe ma sarebbe necessario aumentarne l’altezza e la conseguente efficacia protettiva. Per fare questo abbiamo proposto di impiantare:
- o una fascia di allori in associazione con dei goumi del Giappone o altre specie appartenenti al genere Elaeagnus
- oppure dei cipressi.
Nel primo caso tra i vantaggi vi è il fatto di avere una specie azoto fissatrice come il goumi con frutti commestibili per le persone e l’avifauna. E un’altra specie officinale, l’alloro, la cui crescita, in un suolo ricco d’acqua come quello di Muriel, è piuttosto rapida.
Nel secondo caso, il cipresso potrebbe essere nel tempo funzionale all’impianto di specie arbustive acidofile.
Gilde
Dopo il primo step dedicato alla foresta alimentare abbiamo discusso se lavorare sulla costruzione di una o più gilde attorno ad una pianta principale o su un sistema più diffuso. tuttavia non siamo giunti a una conclusione univoca sul metodo.
L’ospite vorrebbe investire molto sui piccoli frutti e creare una corridoio di aromatiche che porti alla compost toilette.
Uso del vascone d’acqua
Un altro argomento affrontato durante la giornata è stato l’uso del vascone. Questo potrebbe essere trasformato in un sistema ad alto valore biologico inserendo delle idrofite ossigenanti. Queste, oltre a mantenere l’acqua pulita, sarebbero il punto di partenza per una rete trofica notevole. Il problema è che poi Muriel potrebbe non essere così felice di nuotare tra neanidi di libellule e larve di ditischi…
Tra le specie impiegabili e reperibili in fontanili e abbeveratoi della zona, senza rischiare di far danni acquistando specie esotiche, ci sono:
Osservazioni finali
Alla fine un incontro non è certo sufficiente per ragionare su un sistema così complesso, anche alla luce del tempo di osservazione del luogo per i partecipanti, ridotto ad un singolo giorno.