Uscito su Permacultura & Transizione. Ne teniamo una copia qui. Un grosso grazie e un abbraccio a Marco Matera!
Marco Matera intervista Alessandro Caddeo, pioniere della Permacultura in Sardegna e co-fondatore di Sar.Pa, l’Associazione SARdegna PermaculturA.
Di
Marco Matera
In una delle tante plenarie organizzate dall’Accademia Italiana di Permacultura, ho avuto il piacere di incontrare Alessandro Caddeo.
Che dire… ci siam piaciuti subito! Vuoi perché siamo così biodiversi, lui dalla presenza gioiosamente importante, io con l’aplomb e la delicatezza chi indossa gli occhiali. Vuoi perché siamo entrambi isolani, vuoi perché abbiamo dei precorsi pregressi similari, ma da allora si è creata una bella amicizia.
Dopo qualche annetto di reciproca osservazione e qualche telefonata fatta di buon intenti siamo giunti al momento “clou”: facilitare insieme un corso di Permacultura Sociale in Sardegna.
Alessandro vive in una casa bellissima, la sua magnifica zona 0 che prende la forma di una Earthship giace in un progetto di permacultura articolato e interessante, un luogo di continua progettazione e aperto a chiunque voglia “integrare” e “lavorare con”.
Come tutte le persone che si prodigano per creare reti, Alessandro non avvezzo a parlare di sé, lui splende insieme alle persone con le quali progetta percorsi.
Da ciò esprimo tanta gratitudine per il fatto di aver trovato l’energia di rispondere alle mie domande ed essere uscito dalla sua comfort zone.
Buona lettura.
Ciao Alessandro, ci vuoi parlare un po’ di te? Chi sei? Come sei approdato al mondo della permacultura?
Ciao Marco! È sempre difficile parlare di sé stessi! Sono uno che si trova qui per caso! Nel senso che tutti i percorsi o le strade che faccio mi portano ad incontrare belle persone, belle situazioni e anche un sacco di belle sfide! Furkas, mi dà del giaguaro iniziatore, che per altri è la stessa cosa che dire un inconcludente entusiasta. Credo che questo sia quello che mi sento di più in questo momento, un entusiasta passionale che mette in pentola un sacco di cose e che quando inizia a divertirsi un po’ meno abbraccia altri progetti, altri percorsi.
Ho bisogno di stimoli! Ed è per questo che un giorno cercando di capire come poter fare a potare olivi e castagni sono approdato a Cascina Santa Brera dove un signore strano, Richard Wade, teneva delle interessantissime lezioni in oriundo esperanto, che di tutto parlavano tranne che di come potare un olivo, guardandoti da sotto le sopracciglia folte con uno sguardo vivo da bambino impaziente e da quel momento ho iniziato a farmi più domande di quelle che mi ero fatto in quel momento. Ed è così che per caso ho incontrato la Permacultura che mi ha folgorato e da cui è nato il percorso che porto avanti ora!
Cosa rispondi quando la gente ti chiede “Che lavoro fai”?
Mi definisco un EduOrtoPastorPedagista! Mi piace scriverlo ogni volta che qualche istituzione ha bisogno che mi definisca in qualche modo!
Sai, vai ad un convegno dove metti la firma per la presenza e per lasciare i dati.
In genere c’è la casella dove indicare che lavoro fai, è una piccola forma di protesta nei confronti dei casellari! In ogni caso ho difficoltà a sapere che lavoro faccio, mi sento sempre in mezzo, al margine di sottili linee professionali! Di fatto mi sento che gioco con le costruzioni in scala maggiorata!
Mi ha incuriosito molto la vostra associazione SAR.P.A. Ce ne vuoi parlare? Come avete cominciato? Quali sono le esperienze che vi sono rimaste nel cuore? Quali quelle dalle quali avete imparato?
Sar.p.a., e qui ti dico quello che è per me, e come puoi immaginare ogni socio ne potrebbe dare una definizione differente. Per me è una meravigliosa esperienza progettuale di Permacultura Sociale, nata dalla volontà folle di una ventina di sognatori che ne ha richiamato altrettanti e che poi ha iniziato ad espandersi sempre di più come una realtà solida intorno alla quale costruire progetti concreti.
Grazie all’apporto di tutti i soci e simpatizzanti, allo statuto costruito intorno ai principi di progettazione, alla capacità di rinnovarsi velocemente nel suo direttivo ed alla libertà di entrare ed uscire dal sistema preconfezionato, Sar.p.a. ha iniziato a dare possibilità alle persone coinvolte.
L’associazione non appartiene a nessuno, se non alla assemblea che varia e ruota intorno a persone spesso diverse che costituiscono un sistema tanto variopinto quanto, alla fine stabile, come natura insegna! Ricco di flussi differenti che la fanno modellare intorno a chi in quel momento ha necessità della stessa.
Un sistema ricco e speriamo il più possibile aperto, a fare da confine arricchente di tutti i nostri progetti che possono miscelarsi in questa zona margine che per quanto rimane permeabile resta scambio e vita. E anche un gruppo di amici, una assicurazione sul raccolto, una forma educante, e chi più ne ha più ne metta.
Ora c’è un meraviglioso e variopinto direttivo che si sforza di arricchire ancora di più, di essere ancora più margine e più concreto. È molto bello vedere quanto lavoro e fervore ruota intorno a questa Associazione. È una cosa che chi viene da fuori vede subito, c’è molta sincronia in questa diversità. C’è un meraviglioso substrato per chi fa i percorsi attivi dell’Accademia e per chi ha interessi diversi.
E tutti coloro che ne fanno parte sono impegnati in processi esterni che non sono solo Sar.p.a, e così facendo la arricchiscono continuamente! Credo che il lavoro più grande di un direttivo sia preparare il suolo perché ci sia un nuovo direttivo l’anno dopo, una continuità di innovazioni che attraverso il feedback si moduli continuamente.
È come una successione naturale che per arrivare al bosco passa attraverso decine di elementi che si combinano, lasciano posto l’uno all’altro. E quando sarà bosco…. Succederà qualcosa per cui il bosco aprirà delle radure!! Tutto scorre! Esperienze ce ne sono tante!
All’inizio Pdc, poi Permattobiusu che sono la forma sarda delle progettazioni e realizzazioni collettive, la Plenaria in Sardegna della Accademia, laboratori di yoga e diversità nei boschi, esperienze di lavoro nei Ceas, pianificazione, progettazione e realizzazione di corsi monotematici, partecipazione come partner a manifestazioni locali per progettare insieme con punti di vista differenti. Tutte esperienze continuamente poste a feedback e riprogettazione in continuità.
Ti direi che l’esperienza più arricchente e dalla quale io stesso continuo ad imparare è … Sar.p.a. !
Fra le attività di SARPA ci sono i corsi di Permacultura, Agricoltura Organica e Rigenerativa e i laboratori monografici. Ti va di parlarcene?
Sar.p.a. (associazione sarda di permacultura) è nata come associazione di promozione per divulgare permacultura e pratiche sostenibili, e accoglie in tal senso qualunque interesse di questo tipo.
Ad ogni socio è data la possibilità di organizzare i corsi che crede siano inerenti la Permacultura previo consenso della assemblea e del gruppo che si occupa della didattica all’interno della associazione. I corsi così organizzati formano le persone. Ora in Sardegna ovviamente il bacino di utenza è limitato, non arriviamo al milione e mezzo di abitanti, l’obiettivo è organizzare corsi a basso costo che diano la possibilità a ciascuno di formarsi e costruire una comunità educativa che possa a sua volta divulgare pratiche e sogni verso un futuro eticamente equo!
Quest’anno abbiamo iniziato con i corsi di Permacultura Sociale, dove abbiamo osservato e vissuto orizzonti sociali, per passare al pdc itinerante che organizziamo in giro in Sardegna in mezzo a progetti già avviati e dove chiamiamo tutti studenti e docenti a riprogettare piccoli pezzi dei sistemi in cui stiamo, e poi tanti monografici, dalla progettazione di zone d’acqua, a corridoi per la biodiversità, zone antincendio, fertilità del suolo, forni in terra cruda e potature, il tutto con la partecipazione di docenti che vengono in Sardegna sempre volentieri a darci una mano in questo piccolo sogno di divulgazione.
E in più collaboriamo con altre associazioni Sarde che fanno Permacultura in Sardegna e che possono aggiungere valore a quello che facciamo. Integrare il più possibile in questi anni è stata per noi la priorità progettuale!
Di recente hai organizzato e facilitato un Corso di Permacultura Sociale diviso in due moduli. Io c’ero nel primo modulo e mi sono divertito un mondo. Ci vuoi raccontare come è andata?
Il corso di Permacultura Sociale che abbiamo facilitato assieme a te è stato un esempio di quello che ho scritto prima. Integrare i nostri diversi approcci alla permacultura sociale e provare a sperimentare moduli didattici differenti che si ritaglino sempre di più intorno alle situazioni che trovano e che attraverso le attività che facciamo sviluppino il potenziale sociale dei diversi territori.
Una sfida progettuale ed educativa che partendo da quel che c’è forma alle tre etiche, ai principi di progettazione, alla voglia di prendersi la propria responsabilità. Il tutto mettendosi in gioco tra e con formatori per integrarci e valorizzarci tra noi. E tutto questo mantenendo la voglia di giocare e stare insieme in uno scambio creativo che porti ricchezza e possibilità!
Il modulo che abbiamo facilitato insieme si è concluso poi la settimana dopo con l’intervento di Carlo Bellisai, di Silvia Cocco e Stefano Melis, di tutte le persone coinvolte passando dalla CNV alla maieutica alla permacultura sociale in un balletto organico di microorganismi in grado di accrescere la digestione di qualunque sistema.
Questo è stato, un balletto di emozioni e propositi tra sogno e realtà, investiti regalmente della possibilità di farci artefici del nostro futuro! …E che futuro!
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A noi piace ridere e scherzare. Molte delle nostre interviste avvengono a cena in una situazione molto gioiosa. Ma proprio quando siamo piegati in due ci scappa la domanda a trabocchetto: secondo te “insieme possiamo farcela”?
Credo di avere risposto già! Insieme lo stiamo già facendo!
Ok domanda “political incorrect”, lo ammetto. Le nostre interviste sono spesso sui generis e crediamo nel mutuo scambio. Ti va di fare una domanda a Permacultura & Transizione? Risponderemo sinceramente ovviamente.
La mia domanda è: cosa vogliamo progettare insieme cara Permacultura e Transizione?
La risposta di P&T:
Caro Alessandro Caddeo e cara Sar.p.a. che bella domanda!
Come sarebbe bello creare e formalizzare un Permattobiusu che si possa applicare in tutta Italia al livello di bio-regione, Quando ne parlavamo in Sardegna, mi frullavano in passi da compiere per arrivare a tanta ricchezza e bellezza. Credo il rimo passo sia quello rafforzarci nella Permacultura Sociale e pian pianino esplorare la facilitazione, la Permacultura interiore e l’ecologia profonda. Abbiamo tanti memi da smantellare e credo che questi strumenti ci possano dare una mano per arrivare un giorno a far si che Permattobiusu diventi un vocabolo di uso comune per tutti coloro che amano la permacultura.
Questo significa che mi toccherà venire più spesso in Sardegna e voi in Sicilia… e provare, provare, provare, provare.
Noi di Permacultura & Transizione sogniamo che dopo ogni articolo, dopo ogni intervista pubblicata si avvii un piccolo processo di cambiamento o un piccola rivoluzione. Ti va di sognare con noi? Cosa avverrà dopo la pubblicazione di questa intervista?
Succederà che ce la leggeremo, ci faremo quattro risate pensando a quanto siamo visionari e folli e a quanto tutto questo ci appaghi e ci dia la possibilità di costruire insieme.
E forse qualcun altro a parte me e te la leggerà e penserà lo stesso e quando saremo un milione a pensare che tutto può succedere inizieremo a pensare che tutto può essere e l’intenzione, per quanto sia aleatoria è il primo passo!
L’intenzione collettiva diviene un processo creativo che concretamente può dar luogo a qualunque azione. E da li il gioco è fatto!! Potremmo scriverci un fumetto!!
E cosa succederà dopo il tuo prossimo laboratorio?
Dopo il mio prossimo laboratorio…. Cercherò un modo di cambiarlo e iniziare qualcosa di diverso!!
Sono socio fondatore della scarpa, cioè mi trovavo insieme a bella gente al momento del parto….. Ê venuta una Bella Creatura. Coltivo l’intenzione collettiva di creare sogni divertenti da sempre forse da prima di essere qui in questo meraviglioso pianeta, le distrazioni sono tante ma l’intento è profondo. Ogni giorno porto a spasso, a giocare il mio bamdino, l’immaginazione è potente.
Grazie a tutti, grazie a questi matti che intervistando creano scintille…. Aueê
Un caro saluto